L’emersione della follia, frutto della violenza sistematizzata e globale, affiora come reale e vasto problema socio-politico durante il periodo della Prima Guerra Mondiale.
La moderna modalità di conflitto vede l’introduzione delle armi di distruzione di massa come impersonale strumento dalle immense potenzialità devastanti. La trincea assurge a simbolo principe dell’esperienza patita da milioni di soldati, in quanto teatro di immense carneficine spesso prive di significati intellegibili ai loro protagonisti poiché non foriere di apprezzabili risultati strategici. I luoghi martoriati dall’artiglieria trasformatisi in terra di nessuno, divengono confine liminare fra la società civile ed un mondo mostruoso contrassegnato dall’impossibilità di fuga.
La mente umana fatica ad accettare questo scenario soverchiante la libertà personale dove ogni decenza viene meno. La Prima Guerra Mondiale attua una compenetrazione di ruoli fra stato, sanità ed esercito che si traduce in un atteggiamento di negazione del legame tra follia e guerra. Il tentativo di insabbiare le cause di servizio a favore di eziologie genetiche ed ereditarie umilia immeritatamente molti eroi dimenticati. La guerra rappresenta uno straordinario reagente capace di generare nuove malattie, riacutizzare sindromi esistenti e di fornire alla sanità un nuovo campo di battaglia nel quale forgiare le proprie armi.
L’impressionante incidenza di patologie mentali presso i soldati durante il conflitto e la reazione spesso empirica della scienza aprono un dibattito sconfinante nell’etica ma non completamente imparziale poiché legato alla ragion di stato. Il nosocomio situato presso l’isola di San Servolo a Venezia raccoglie in sé ognuna di queste tematiche, assieme ad una vasta raccolta documentale ricca di storie straordinariamente umane. La tragicità degli eventi non marchia solo le persone coinvolte direttamente nel conflitto ma investe la società nel suo complesso sconvolgendone il vivere civile, i territori e la mentalità. La Grande Guerra dimostra come l’esaltazione autoritaria degli scontri tra nazioni alimentata dalla strategia della paura a livello globale possa dare luogo ai maggiori eventi luttuosi della storia dell’umanità, ma anche quanto la capacità di reazione umana possa dimostrarsi empatica e straordinariamente potente.
Details
- Pagine 304
- Fotografie - Cartine - Disegni circa 95
- Formato 17x24
- Legatura in brossura